sabato 30 maggio 2015

Nozze gay



Prima di leggere l’articolo guarda quest’immagine e rispondi alle domande:
  1. Secondo te di cosa parla questo articolo?
  2. Dove si trova il ragazzo che sta disegnato il graffito?
  3. Ti ricorda alcun fatto successo recentemente?
Dopo la lettura:
  1. Che differenza c’è fra l’Irlanda e l’Italia in materia di leggi sui matrimoni gay?
  2. Che diritti ha il compagno/a in una coppia gay in Italia?
  3. Come sono le leggi nel tuo paese?







ESERCIZI DI VOCABOLARIO:

Leggi l'articolo e scrivi il contrario delle seguenti parole:
qualcosa .................................
andare avanti .................................
decollare .................................
sposarsi .................................
coprire .................................
nulla .................................
blando .................................
malato .................................
maggioranza .................................

Se anche l’Irlanda, Paese tra i più cattolici d’Europa, ha votato compatta al referendum per le nozze gay, vorrà dire qualcosa. E cioè che il mondo va avanti e l’Italia resta indietro. Inchiodata a bisticci di partito e unioni civili che non decollano mai di Corrado Formigli


Pensate: in Irlanda il 62 per cento degli elettori ha votato sì al referendum per l’introduzione delle nozze gay. Così, in uno degli Stati più cattolici d’Europa, dove l’omosessualità è stata reato fino al 1993, la costituzione cambierà, riconoscendo a due donne o due uomini il diritto di sposarsi. A Dublino si fa largo una generazione digitale dinamica e visionaria mentre gli irlandesi cattolici di mezza età criticano le gerarchie della Chiesa, accusate di aver coperto gli scandali sessuali. Nell’isola verde smeraldo cambia tutto, con l’appoggio trasversale dei partiti politici in parlamento: 354 dei 360 deputati hanno sostenuto il sì. Cosa accadrà ora in Italia? Nulla, temo. Di una proposta sui matrimoni gay non c’è neanche l’ombra, mentre una più blanda norma sulle unioni civili giace nei cassetti polverosi di Montecitorio. Siamo fra i pochissimi Paesi occidentali a non regolare una materia cruciale: oggi il convivente non ha diritti di nessun tipo, dall’assi- stere in ospedale il compagno malato, all’eredità, alla pensione di reversibilità. Un vuoto legislativo disumano. Mi piacerebbe vedere come andrebbe a finire da noi un referendum sulle nozze gay. Azzardo un pronostico, forte di ciò che è avvenuto in Irlanda: vincerebbero i sì a valanga. I cattolici italiani, ne sono convinto, sono più aperti rispetto alle gerarchie vaticane. E c’è una maggioranza politica trasversale pronta a votare a favore delle unioni di fatto. Perché non si decide? Per alchimie parlamentari. Il Pd potrebbe approvarle con l’appoggio di M5S, Sel e parte di Forza Italia, ma teme di guastare i rapporti con l’Ncd di Alfano, utile per votare le riforme costituzionali ma contrario a regolare seriamente le coppie omosessuali. Direte che questi sono i costi del governare. A me paiono pedaggi esosi al cinismo della politica.

(tratto da Gioia n. 21/2015)


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